Fido, come parli?
Tanti consigli utili per rapportarsi nel modo migliore con il nostro cane
Intervista
"Sembra che parli! Sembra una persona!" Quante volte abbiamo avuto l’impressione che le espressioni del nostro amato cane fossero simili alle nostre. Ma siamo proprio certi di conoscere il linguaggio del cane? La Dott.ssa Annarita Peperoni, educatrice cinofila, ci ha aiutato a comprendere meglio la comunicazione canina.
Innanzitutto facciamo la sua conoscenza
Il cane è un animale sociale e come tale ha evoluto un linguaggio molto complesso e rituali ben precisi. Noi umani riduciamo tutto a: scodinzola quindi è felice, ringhia quindi è arrabbiato, mi salta addosso per farmi le feste. In realtà la comunicazione del cane è molto di più di questo e implica posture e sfumature a volte impercettibili anche all'occhio più esperto.
Alcuni aspetti del linguaggio canino
La velocità con cui si muove, la postura, il baricentro, il modo in cui scodinzola, come muove gli occhi, come si posiziona nello spazio rispetto agli altri cani e alle persone, niente è al caso. Inoltre nei cani esiste anche una comunicazione olfattiva molto importante e
Annarita Peperoni al lavoro
complessa, del tutto involontaria, che noi umani non siamo assolutamente in grado di recepire. Si tratta di una comunicazione emozionale attraverso sostanze chiamate feromoni secreti da ghiandole sparse nel corpo del cane.In realtà anche noi umani emaniamo queste sostanze in modo del tutto involontario, ma non siamo
in grado di coglierne il significato. Questo perché mentre nel cane l'organo olfattivo accessorio o organo di Jacobson, deputato alla ricezione dei feromoni, risulta molto sviluppato, negli uomini è estremamente ridotto.
La contaminazione emotiva nella comunicazione uomo-cane
Proprio recentemente è uscito un articolo (leggi) molto interessante sulla "contaminazione" emotiva da parte dell'uomo: gli odori emotivi degli uomini possono essere percepiti dai cani condizionandone il comportamento (si tratta di una recente ricerca del team diretto dal professore Biagio D'Aniello del Dipartimento di Biologia dell’Ateneo Federico II che è stata riportata sul quotidiano londinese The Times).
Come viene processata la realtà?
Il cane vive nel qui e ora, e si pone nella realtà in base al suo essere canis lupus familiaris, al suo profilo vocazionale e motivazionale (dato dalla razza a cui appartiene e alle caratteristiche e alle esperienze del singolo soggetto) e alle emozioni. E' fondamentale a mio avviso prestare molta attenzione alle emozioni che sono alla base del comportamento del cane, ma anche alle sue vocazioni e motivazioni.
E se non rispettiamo la vocazione e le motivazioni del nostro cane?
Se non vengono soddisfatte e incanalate in modo corretto rischiano di creare difficoltà nella convivenza. Basti pensare a quanti cani selezionati per lavorare a fianco dell'uomo si siano ritrovati a passare le loro giornate sul divano e a fare il minimo sindacale di attività fisica e mentale.
E’ importante conoscere bene il proprio cane?
Essere consapevoli di chi abbiamo di fronte, del fatto che abbia esigenze diverse dalle nostre e recepisca il mondo in modo completamente diverso dal nostro, è molto importante per chi decide di condividere la propria vita con un cane. Se pensiamo, anche solo al fatto, che un cane non può tapparsi il naso comprendiamo come sia sempre bombardato di informazioni, anche se non lo vuole, ci fa capire di quanto sia complessa la loro realtà e di quanto quello che loro percepiscono in modo diverso dal nostro influenzi le loro giornate e le loro esperienze. Un cane compreso e supportato non ha bisogno di entrare in conflitto per farsi capire e sarà quindi un buon comunicatore.
L'importanza del suono/tono e della simbologia fonetica e visiva:
In qualità di "scimmie parlanti", noi uomini, siamo di solito molto concentrati a comunicare verbalmente ,di solito male e tanto. Diamo per scontato che il cane comprenda, mentre riesce a capire solo alcue parole dal blablabla a cui lo abituiamo. Per esempio biscotto, a spasso, guinzaglio, macchina, palla, ecc. Inoltre diamo il più delle volte segnali contraddittori tra quello che diciamo con le parole e quello che diciamo con il corpo. Pensiamo per esempio a quanti di noi chiamano il cane mentre lo rincorrono! Il cane in realtà è molto più focalizzato sulle emozioni che trapelano dalla nostra voce. Un cane risulta titubante se noi lo chiamiamo da mezz'ora e iniziamo a spazientirci perché nel frattempo lui ha deciso di buttarsi nel fango vedendo come la nostra postura si pone, in quale direzione e con quale velocità ci muoviamo.
Molti avranno notato che i cani sono molto più interessati e si attivino più facilmente con vocine stupide, stridule o con saltelli e corsette. Faccio un esempio pratico: se vogliamo richiamare e coinvolgere in qualcosa un cane molto flemmatico useremo un tono di voce allegro e dei movimenti veloci e improvvisi. Se, invece, abbiamo a che fare con un cane agitato o facilmente "attivabile" useremo un tono di voce pacato e movimenti lenti e calmi. Pertanto è errato rapportarsi al cane utilizzando parametri umani privilegiando il linguaggio verbale e trascurando il non verbale.
I cani sono molto bravi a percepire anche i micromovimenti e le sfumature nella nostra comunicazione corporea, cosa che dovremmo imparare a fare anche noi nei loro confronti, cercando anche di essere più consapevoli di quanto stiamo comunicando e ricordandoci che non riusciremo mai ad ingannare il nostro cane. Un proprietario attento e consapevole potrà dare al cane il corretto sostegno nelle situazioni di difficoltà e aiutarlo a diventare un individuo che non avrà bisogno di "urlare" per farsi comprendere.