In Toscana e in Franciacorta a spasso per cantine dog-frendly
Sarà quell’innata voglia di vivere sempre più a contatto con la Natura o l’esigenza di provare quei sentimenti genuini non artefatti che solo la campagna può regalare ma sempre più persone decidono di passare i loro weekend degustando del vino in compagnia dei loro cani, coniugando due passioni solo apparentemente antitetiche.
Lo sa bene la Presidente del Movimento Turismo per il vino della Toscana, Violante Gardini, che circa due anni fa propose, per prima in Italia, le “Cantine aperte anche per gli amici a quattro zampe”. Da allora un crescendo di iniziative che, da tendenza modaiola tipica dei Paesi anglofoni, si è trasformata in un vero e proprio fenomeno sociale, prettamente italico, capace di coinvolgere famiglie e single.
Tutti sperimentano la capacità del cane di moltiplicare in noi il piacere delle scoperte, come affermò Cesare Pavese. Il mondo del turismo enoico nel frattempo ha saputo comprendere e declinare questo trend in una vasta offerta di ospitalità e cura per i cani, valorizzandoli talvolta come parte integrande dell’ambiente circostante, altre volte proponendoli al centro di forme espressive d’Arte moderna.
Durante l’anno sono molte le iniziative organizzate in tutta Italia, soprattutto in Toscana e in Franciacorta. Citiamo un elenco non esaustivo, a mero fine indicativo, delle cantine dog-frendly italiane per chi volesse sperimentare questa tipologia di turismo: Agriturismo Al Rocol in Franciacorta, Tenuta Casteleverder in Franciacorta; tra Montalcino e Val D'Orcia segnaliamo: Poggio San Polo, Amerighi a Cortona, Borgo Santinovo, Conte Aldobrando, Tenuta delle Capezzine di Avigninesi, Baldetti Alfonso, Azienda Agricola Il Paradiso di Frassina, Distillerie Bonollo, Tenuta del Buonamico, Capezzana, Castello di Gabbiano, Castelvecchio, Col d’Orcia, Il Borro, Il Palagio, La Pineta, Loacker, San Fabiano Calcinaia, Tenuta Il Poggione, Trequanda, Triacca, Tenuta Vitereta, Tenuta Bichi Borghesi, Poggio Bonelli Casato Prime Donne. In Umbria segnaliamo l'Agriturimo Fontanaro di Paciano (Pg) e la Tenuta Madrevite di Vaiano (Pg).
Molti produttori di vino si sono spinti ben oltre, sublimando il loro rapporto con il proprio cane, facendosi fotografare in pose più familiari e intime. Altri addirittura hanno imposto il nome del proprio amato compagno di vita al vino da loro creato. Un idillio affettivo-gastronomico che regala all’eternità il nome dell’uno e dell’altro. Una sorta di pubblica ammissione d’identificazione con il proprio animale che diviene il manifesto dei vizi e delle virtù del proprietario, come il vino lo è del suo produttore.
Agli inizi del secolo Mark Twain scrisse: “Il cane è sincero, non mente, non inganna, non tradisce, è generoso, è altruista, ha fiducia”. Così come il cane, il vino riesce a fornire una certezza di sentimenti inequivocabili, fortemente terreni. Ancor più convincente fu Dave Berry il quale scrisse: ”I cani hanno bisogno di annusare il terreno: è il loro modo di tenersi aggiornati sui fatti d’attualità. Il terreno è un gigantesco giornale per cani, contenente tutti i tipi di notizie canine dell’ultima ora, che, se sono particolarmente urgenti, proseguono nel terreno successivo”.
Così come il cane, le vigne indagano il terreno, lo solcano, lo comprendono e da esso prendono il nutrimento disponibile. I cani come i vini, in tale ottica, assurgono a forma d’Arte del Creato, espressione d’Amore.